RINO MERCURI

Agricoltore

Un angelo custode

Rino Mercuri è un giovane agricoltore di Borgo Cervaro, in provincia di Foggia, nel cuore del Tavoliere delle Puglie, tra le dune di grano che si confondono all’orizzonte. A capo di un’azienda a conduzione familiare, Rino è la prova della speranza, è la prova di un ritorno al futuro possibile e necessario. Parla del suo grano come di un figlio, e lo stesso vale per i suoi asparagi, per i suoi pomodori e per i suoi carciofi. Rino è sì un imprenditore agricolo ma è prima di tutto un uomo che vive per portare a compimento una missione:

Noi agricoltori siamo gli ultimi custodi di queste terre. Se ce ne andiamo via, deserto e sterpaglie prenderanno il posto della biodiversità, delle terre messe a coltura seguendo le stagionalità.

Non so quando ho deciso di fare questo lavoro, ci sono cresciuto, non c'è mai stata una vera decisione ma un passaggio di testimone. Per me è il lavoro più bello che esista, a farne un altro proprio non mi ci vedo. Oggi ho 31 anni e da otto sono ufficialmente un imprenditore agricolo.

A gestire l’azienda sono io con la mia famiglia. Ci occupiamo della coltura di asparagi, pomodori, carciofi nonché ortaggi invernali tra cui finocchi, broccoletti, cavoli e grano duro.

Dopotutto siamo nel Tavoliere delle Puglie e il prodotto di punta è il grano. Il volume di produzione del grano è di circa 25-30%; da quando ha iniziato l'attività, 50 anni fa, la mia famiglia ha dedicato una buona parte della produzione a questo cereale. Ma adesso le cose sono cambiate, fino a 4 anni fa si produceva grano duro per quantità, cercando di ricavarne il più possibile.

Grazie al contratto Armando si è cominciato a puntare più sulla qualità, scoprendo che in questo territorio è possibile coltivare un grano con alte qualità proteiche.

Non so quando ho deciso di fare questo lavoro, ci sono cresciuto, non c'è mai stata una vera decisione ma un passaggio di testimone.

Rino è stato immediatamente rapito dal progetto Grano Armando, ne ha subito colto il senso, la carica rivoluzionaria:

Sono partito dal primo anno, con 5-6 ettari di terreno, accogliendo una sfida che tutti dicevano che non avrei vinto. Dopo aver provato che si sbagliavano, altre aziende agricole hanno accettato la sfida: ad oggi siamo sui 350 ettari.

Il contratto mette alla prova la nostra capacità di saper fare gli imprenditori agricoli e dall'altra parte ci dà la sicurezza del reddito: ci premia con un prezzo equo. Da un lato copre il rischio, dall'altro ci obbliga a degli standard qualitativi che presuppongono spese che in una produzione per "quantità" non sono necessarie.

Ma c’è di più: noi ci dobbiamo confrontare con l’alta qualità dei grani canadesi, australiani e americani e lo dobbiamo fare mettendo a coltura le nostre terre, prevalentemente del sud. E' importante capire questa cosa: con la produzione di pasta di eccezionale qualità chi ne guadagna è il territorio. Perché a parità di qualità del grano, la differenza la fa "l'origine" della materia prima, e investire nel nostro territorio, in Italia, non può che fare bene all'Italia stessa.

​Sono partito dal primo anno, con 5-6 ettari di terreno, accogliendo una sfida che tutti dicevano che non avrei vinto​.

Maurizio è un esempio e non solo per i suoi figli:

Non solo applichiamo le buone regole di coltivazione nei nostri campi, ma diamo anche esempi ai nostri vicini, diamo consigli, insegniamo a coltivare a regola d'arte e la coltivazione di grano si è allargata ad altri campi non di nostra proprietà. Lavoriamo anche per conto terzi, ma è la stessa cosa, ci mettiamo lo stesso impegno, la stessa passione e la stessa responsabilità.

Il segreto è nella rotazione: barbabietola, mais, foraggio si alternano al grano.

La barbabietola è impegnativa: due semine (ottobre e marzo) più irrigazioni, diserbo, concimazioni. Ha bisogno costantemente di acqua, anche quando siamo impegnati con la mietitura gli operai si occupano dell'irrigazione.

Ma per cogliere fino in fondo il valore di quel che Maurizio fa, del suo lavoro, ci viene in soccorso Emilio Romagnoli, dottore agronomo in Syngenta e tecnico di zona:

Tra i miei compiti c'è quello di seguire le aziende, come quella di Maurizio, per portare a casa il risultato. Il mio ruolo è di assisterlo su richiesta, qualora abbia delle problematiche che non riesce a seguire da solo e di monitorare anche il percorso agronomico fino ad ottenere il prodotto finale con le caratteristiche richieste dalla filiera, in questo caso un'ottima qualità di grano con una percentuale di proteine non inferiore al 14,5%. Sono in contatto con Maurizio almeno una volta a settimana e siamo in costante aggiornamento.

Già, questo è il senso più profondo del Patto Armando: la ricerca incessante ed ostinata dell’eccellenza, il primato della qualità unito alla quantità. Grano Armando è fatto della fatica di gente come Maurizio:

Il protocollo è impegnativo per l'agricoltore. Non basta ottenere un grano con determinate caratteristiche, ma è necessario fare in modo che la soddisfazione sia di tutti gli attori che partecipano alla filiera: non solo dell'agricoltore ma anche dello stoccatore che deve avere una materia prima sana, e non ultimo del pastificio che ci siano dei buoni livelli di proteine e di glutine, necessari a produrre una pasta di alta qualità.

Noi agricoltori siamo gli ultimi custodi di queste terre.